...per cogliere insieme il lato più divertente e affascinante della Scienza :)

sabato 27 dicembre 2014

Studiare con il Tablet

Siamo tutti in vacanza e magari è il momento giusto per provare a vedere se riusciamo a studiare in un modo diverso dal solito, che sia possibilmente più divertente e meno faticoso!
Un sogno? A volte basta qualche trucchetto per ripassare meglio o prendere appunti più comodamente. In questi giorni poi è più facile che ci sia qualche adulto che vi possa aiutare a usare il computer oppure un tablet.
Ecco una piccola lista di app (tutte gratuite!!) che uso spesso e che potrebbero esservi comode anche per la scuola. 
Probabilmente ne conoscerete più di me, quindi se volete collaborare lasciate un commento con l'indicazione delle app che vi sembrano più utili!!

Popplet 
E' un’app per fare mappe mentali molto facile da utilizzare: con un doppio tap viene creato il primo nodo, a partire dal quale è possibile aggiungere altri collegamenti. Le mappe sono personalizzabili per colore, font, immagini e sono esportabili come immagine o pdf. Se usate Popplet anche sul computer, le mappe non si possono sincronizzare. Qui la vediamo in azione per riassumere i principali tipi di molluschi che abbiamo studiato a scuola:


Pic Collage
Come dice il nome, consente di unire tra loro immagini diverse, aggiungere scritte, icone e salvare il tutto come una foto unica. In questo caso, l'ho usata per fare un breve riassunto dell'esperimento fatto in classe sui cefalopodi, dissezionado una seppia:



ThingLink
Applicazione in inglese molto utile, che si può utilizzare avendo un indirizzo e-mail e registrandosi al loro sito. Deve essere utilizzata on-line, quindi serve una connessione internet. Permette di rendere le nostre immagini interattive, aggiungendo testi oppure link, collegamenti, o qualsiasi cosa ci sembri utile. Cliccando sull'immagine qui sotto, si aprirà il lavoro che abbiamo fatto in classe per fissare i concetti alla fine dell'esperimento sulle cozze e potrete vedere ThinkLink in azione:

Skitch
Questa app è stata aggiornata di recente e adesso è diventata davvero bellissima. Permette di scrivere, disegnare, sottolineare o enfatizzare qualsiasi immagine o pdf. E' possibile anche utilizzare le mappe di google, alle quali si collega direttamente se abbiamo una connessione internet (utile per geografia?). Qui vediamo come si può utilizzare per riassumere l'anatomia esterna dei gasteropodi partendo dalla foto della chiocciola che abbiamo portato a scuola:



Spero che queste app vi piacciano e spero di leggere i vostri suggerimenti, di sicuro su queste cose noi prof abbiamo tantissimo da imparare dai nostri studenti!
Buone feste e buon divertimento,
Prof Pantaleoni

mercoledì 17 dicembre 2014

"Uno strano gambero": la storia dell' ANOMALOCARIS

Se fossimo delle Trilobiti o qualche altro piccolo invertebrato del Cretaceo... 
di certo NON vorremmo veder arrivare uno di questi animali:


Nel 1982 in Canada furono trovati i primi fossili di questi invertebrati. Ricordavano un po' un gambero, ma senza intestino e con le zampe non articolate. Il paleontologo che li scoprì decise pertanto di chiamarli Anomalocaris, letteralmente "strani gamberi". Successivamente, questa e altre parti di ciò che oggi chiamiamo Anomalocaris sono state variamente descritte come una medusa, un cetriolo di mare, un verme polichete, un misto tra una medusa e una spugna oppure scambiate per parti di altri artropodi.

Soltanto nel 1979 un paleontologo ha riconosciuto che Anomalocaris non era il corpo di un gambero, ma un'appendice di un animale molto più grosso! In questo modo è stato possibile capire chi fosse a lasciare segni di morsi sulle sventurate Trilobiti del Paleozoico. L'Anomalocaris non è stato però ribattezzato e quindi... continua a essere chiamato come uno strano gambero!
Questo non è il corpo di uno strano gambero....

...ma l'appendice di un grosso predatore!

Le immagini vengono dal sito "The Anomalocaris Homepage" mentre se volete vedere una bellissima ricostruzione 3D di uno di questi predatori, cliccate dell'immagine seguente per visitare il sito del Museo di Storia Naturale di Londra. Nella stessa pagina ci sono le ricostruzioni 3D anche di alcune trilobiti (in basso a sinistra).




Le Trilobiti: una ricerca collettiva!

Alcune delle ricerche che sto correggendo sono talmente belle che è un peccato lasciarle nei quaderni! Ho quindi deciso di pubblicare una una specie di "ricerca globale", assemblando le parti migliori dei vostri lavori ..e aggiungendo anche io qualche pizzico scientifico! Gli schemi sono stati rielaborati da me a partire dalla ricerca di Edoardo. Alcuni di voi hanno approfondito meglio altri organismi, oppure in molti hanno scritto gli stessi concetti con altre parole e quindi non sono stati citati, altri invece mi hanno consegnato le ricerche senza firmarsi, perciò non preoccupatevi se non trovate il vostro nome.
Bravi ragazzi, continuate così!
Prof Pantaleoni

Le Trilobiti

Le Trilobiti sono un gruppo di artropodi marini di piccole e medie dimensioni: in genere si aggirano sui 10-20 cm, anche se alcune forme possono raggiungere i 70 cm -Nicolò M.

Fig 1: i tre lobi longitudinali, da cui questi invertebrati prendono il nome: il lobo centrale e i due lobi pleurali
Il loro nome significa "a tre lobi" e si riferisce alla caratteristica forma del corpo, diviso in un lobo centrale e in due lobi pleurali, uno destro e uno sinistro, in senso longitudinale cioè rispetto all'asse principale che va dalla testa alla coda  (Figura 1).

Fig 2: le tre parti in cui è diviso il corpo: capo, torace e piastra posteriore
Anche in senso trasversale è possibile distinguere tre parti: un capo (cephalon), in posizione anteriore e con occhi composti, un torace (torax) segmentato e articolato, e infine una piasta posteriore (pygidium), di forma variabile nelle diverse specie (Figura 2).

Capo
 Il capo costituisce la parte anteriore dell'animale: è composto da una grande placca, più o meno rilevata, a forma di scudo, con una forma variabile ma generalmente semicircolare.
Sul capo erano presenti delle antenne articolate (cioè composte di diverse parti) e degli occhi composti. Gli occhi erano particolarmente evoluti e consentivano alle trilobiti di avere un campo visivo molto ampio, che in alcune specie poteva addirittura arrivare a 360°. Alcune specie, al contrario, si pensa che fossero praticamente cieche, a causa degli occhi piccolissimi se non addirittura inesistenti -Giada-.

Torace
Il torace è formato da una serie di segmenti che possono essere da due fino a una sessantina, anche se nella maggior parte delle specie  sono circa 10-15. Ognuna di queste parti è divisa nei tre lobi che danno il nome a questi invertebrati. I vari segmenti sono uniti tra loro nel lobo centrale e permettevano all'animale di raggomitolarsi in caso di pericolo -Lorenzo- : in questo modo esponevano all'esterno solo la parte superiore corazzata, proteggendo così la parte ventrale più vulnerabile -Giada-.
Sul ventre erano presenti delle appendici articolate e le branchie.


Piastra posteriore
E' la parte terminale dell'animale, che può assumere forme molto diverse e che nelle diverse specie può essere composta da un numero variabile di segmenti, anche fino a trenta!







Quando sono vissuti questi organismi?
Le trilobiti sono gli artropodi più antichi di tutti -Anonimo 1-, essendo documentati per tutto il Paleozoico, cioè a partire dal Cambriano inferiore (da circa 521 milioni di anni fa) fino al tardo Permiano (circa 250 milioni di anni fa) -Anonimo 2-

Dove vivevano?
Le trilobiti erano organismi marini, diffusi in tutti i continenti moderni, che corrispondono ai mari e agli oceani del Paleozoico.
Alcune specie vivevano tra gli scogli, nutrendosi di organismi sessili o poco rapidi nella fuga, altre specie vivevano semisepolte nella sabbia o nel limo dei fondali marini, dove si nutrivano di altri invertebrati -Nicholas L.-

Perchè sono così importanti?
Le trilobiti sono considerati "fossili guida" -Enrico-: si tratta di fossili di organismi che sono comparsi e si sono estinti in un tempo relativamente breve, durante il quale si sono diffusi in aree molto estese del pianeta e che quindi "guidano" i ricercatori nel determinare l'età delle rocce.
Questo significa che se troviamo il fossile di una trilobite possiamo essere assolutamente certi che quelle rocce risalgono al paleozoico!!

venerdì 12 dicembre 2014

Muta VS Metamorfosi

Oggi in classe abbiamo riflettuto sul significato di "muta" e "metamorfosi", in particolare cercando di capire le differenze e le analogie tra questi due processi.
Come promesso, aggiungo alle definizioni due video, entrambi riferiti al grande gruppo degli invertebrati. I video sono girati in timelapse  (dall'inglese 'time': "tempo" e 'lapse': "intervallo", quindi fotografia ad intervallo di tempo) cioè sono ottenuti processando una serie di fotografie scattate in sequenza e opportunamente montate a formare un video. In questo modo, in pochissimi minuti riusciamo a osservare un processo che dura diverse ore o addirittura giorni!


Muta s. f. (der. di mutare)

in biologia, il rinnovamento del tegumento, o di alcune sue parti, che si verifica periodicamente in molti animali: il rinnovo della cuticola negli artropodi (detto ancheecdisi o esuviazione), dello strato corneo dell’epidermide nei rettili, delle penne negli uccelli e, più raram., dei peli della pelliccia in varî mammiferi.

Ecco dunque il video della muta di una tarantola. Osservate come la tarantola per prima cosa rompe il suo esoscheletro in corrispondenza del capo e dell'addome. Una volta liberata la testa, impiega molto tempo per "sfilare" le otto zampe dalla vecchia corazza. In tutto questo tempo, il ragno è particolarmente vulnerabile, perché il nuovo esoscheletro è ancora molto molto tenero e flessibile. La tarantola ha però la stessa identica forma che aveva prima della muta, è soltanto... ancora più grossa!!


Metamorfosi s. f. (dal gr. μεταμόρϕωσις, der. di μεταμορϕόω «trasformare», comp. di μετα- «meta-» e μορϕή «forma»)

In zoologia, l’insieme dei cambiamenti morfologici e fisiologici, implicanti un diverso rapporto dell’organismo con l’ambiente, che dallo stadio larvale conducono allo stadio adulto, tipici di alcuni pesci (anguilla), degli anfibî e di molti invertebrati. 

Per la metamorfosi vi propongo il video che mostra la trasformazione di un bruco in pupa e quindi in insetto adulto, in questo caso una mosca! La metamorfosi infatti interessa moltissimi invertebrati e non solo le famosissime farfalle. L'adulto, una volta uscito dalla cuticola della pupa, deve spiegare le sue nuove ali e anche in questo caso ha bisogno di attendere che il suo esoscheletro si indurisca! Si tratta però di un organismo assolutamente diverso sia dal bruco che dalla pupa.